
Avevo già in programma di parlarvi di Gabriele, l'avevo scritto da un pò, poi in questi giorni arriva una sentenza che con tutta sincerità non riesco ad etichettare, in quanto ogni aggettivo mi sembra riduttivo nel definire l'infamia perpetrata dalla INGIUSTIZIA italiana, ma non è di questo che volevo scrivere, ma prendendo spunto dal libro "11 novembre 2007" (che peraltro consiglio vivamente di leggervi), volevo solo invitarvi a riflettere su come il giorno dell'omicidio di un libero cittadino su un'area di servizio, la stampa, la tv, l'assenza di comunicati ufficiali degli organi di stato e di polizia abbiano deviato completamente l'attenzione sulla violenza negli stadi, e così vallette, tronisti e ballerine nei bordelli della domenica pomeriggio, stilano tesi e fanno trattati sul fenomeno della violenza legata al calcio, spostando l'attenzione sin dal primo giorno dalla realtà dei fatti, quella confermata anche dall'assassino di Gabriele al processo e cioè che non era assolutamente a conoscenza al momento dello sparo del fatto che si trattasse di una lite tra tifosi, ma va da se, che se per tale la si fa passare si genera il kaos e così in quella maledetta domenica bastano una decina d'ore per perdere la reale cognizione dei fatti, bastano i tg della sera per parlare delle violenze di Bergamo, Taranto e Roma spostando l'attenzione dall'origne di tutto: una lite rientrata senza danni, due macchine che vanno via, un folle armato che spara attraverso 6 corsie di autostrada, con l'aggravante che questo folle è un tutore dell'ordine e che finisce per ammazzare un ragazzo come noi, per la giustizia terrena la vita di questo ragazzo vale 6 anni....non resta che affidarci alla giustizia divina!
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